Inquisizione
Bambini.
Gioia e risate.
Ghirlande di fiori, disegni tracciati a terra con un bastone.
Un prato verde, è primavera, il sole è caldo e sembra quasi che li protegga.
Dei campi coltivati, delle donne che lavorano ma con il sorriso sulle labbra. Parlano, scherzano per non pensare alla fatica. Alcune versano del latte sul terreno, è un giorno speciale. Il latte per rendere qualcosa alla terra dopo i tanti frutti che ha donato. Un semplice gesto. Un gesto come tanti. Come quello di mescolare il cibo in senso orario. Come quello di raccogliere delle erbe per curare i propri mariti o i propri figli. Bambini anche loro, fanno piccoli giochi innocenti a stretto contatto con la natura. Donne più anziane restano ai bordi del campi filando o cucendo, le mani ossute, gli occhi stretti, a fessura. Gli uomini a fare lavori più pesanti poco più in là, lanciano di tanto in tanto l'occhio alle famiglie, giornate intere spese dall'alba al tramonto a lavorare. Tutti assieme. Tutto sembra normale, allegro.
Un'ombra.
Una figura nera.
Si avvicina seguita da qualcuno.
L'abito è scuro, contrasta con la veste sottostante che pare sia di un bianco candido. Pulito ordinato. Non è un contadino, dotto al braccio un libro di pelle scura, al collo una croce. Osserva silenzioso. Dietro di lui sguardi e mezzi sorrisi, nascosti malamente da una mano, forse per la colpa che par nascere dentro a queste persone. Dita invisibili puntate per invidia, per errore, per ignoranza, per tristezza. Ma all'uomo non fa differenza cosa muova quelle mani ad alzarsi contro i fratelli, i vicini. Basta che siano alzate .. da lì nasce il tutto. Una supposizione, una parola, un dubbio. Basta per mettere in moto qualcosa di orribile, terrificante.
La scena ora è cambiata, sono passati pochi giorni ma tutto è stravolto. I campi sono vuoti, semidistrutti e abbandonati. E' notte. Piazza principale del paese. Tutta la folla è accalcata a qualcosa che è an centro dello spiazzo. Le parole pronunciate dagli inquisitori sono fredde e dure, nenie che si confondono tra i pianti dei bambini e degli adulti. Bambini. Donne. Uomini. Anziani. Tutti legati a dei pali con delle corde ruvide e spesse, sotto di loro della pagnia. Forse non sanno cosa stà accadendo, sopratutto i più piccoli e i più ingenui. Ma alcuni comunciano a capire, era giunta una voce dal paese vicino, di persone che si erano scontrate con la Santa Inquisizione, accusate di stregoneria, di essere degli eretici. Il motivo era semplice e sciocco: delle mucche erano morte oppure un bambino si era ammalato ed era deceduto. Bastava questo, la gente voleva qualcuno da incolpare, scaricare l'angoscia e la rabbia. E ora erano lì, pronti ad essere bruciati. Ma era solo la fine. Fine. Una speranza dopo tanta sofferenza, dopo celle buie, dopo spilloni conficcati nella carne e negli occhi. Dopo ossa spezzate, dopo catene, dopo l'acqua che soffocava e il fuoco che bruciava. Dopo confessioni vane .. la morte, comunque. E ora erano lì. I bambini hanno ai piedi i loro giocattoli. Unicorni di legno: demonio. Bambole di pagnia: demonio. Filastrocche sulla bennezza della natura: demonio. Le donne hanno le loro erbe: demonio. Tutto deriva da lui, le costringeva a riunirsi la notte, a danzare. Bisognava salvarle. Bisognava redimerle. Così come i loro mariti che hanno tentato di difenderle. Purificazione. E allora così sia. Ve ne saranno milioni da salvare.
Delle fiaccole si avvicinano.
Il fuoco divampa.
Luce e calore.
Ma non è il sole.
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