Il fratello Minore e il Pipistrello

In un lontano villaggio viveva un uomo saggio assieme ai suoi tre figli. Durante tutto l’arco della sua vita cercò di insegnargli a vivere in modo equilibrato, con rispetto, amore e astuzia. I tre fratelli erano molto legati tra loro e quando il padre si ammalò, decisero di intraprendere un viaggio alla ricerca di un fiore raro capace di curare ogni male. Così lasciarono il saggio uomo sotto la cura delle donne del villaggio e partirono. Attraversarono deserti e paludi, superarono fiumi e foreste e quando arrivarono all’imbocco della caverna dentro la quale cresceva il fiore raro, avevano quasi esaurito le riserve d’acqua e di cibo. I tre fratelli erano stanchi e titubanti nell’affrontare l’ultima impresa. Decisero di entrare uno alla volta. Entrò per primo il fratello maggiore, accese la fiaccola e si tuffò nell’oscurità ma ne uscì correndo, spaventato, dopo pochi minuti. Quando i due fratelli gli chiesero cos’era successo il maggiore rispose: “Sono entrato, dopo qualche passo il fuoco si è spento. Il buio mi ha spaventato, non riuscivo più a orientarmi e sono tornato indietro. Non si può cercare qualcosa che non si vede”. Triste era il fratello maggiore. Il secondo dei tre fratelli si fece coraggio e disse: “Troverò il fiore, seguendo i miei sensi”. Il ragazzo entrò nella caverna e vi rimase per molte ore. I due fratelli rimasti erano molto preoccupati e cominciarono ad agitarsi. Il secondo fratello uscì dalla caverna stremato ma senza il fiore. “Mi sono affidato ai miei sensi. Ho sentito delle gocce cadere e ho trovato dell’acqua, ho riempito la borraccia. Ho camminato a carponi e ho trovato delle carcasse di lepri lasciate da qualche animale. Ma non sono riuscito a trovare il fiore raro. Sono quasi morto”. I tre fratelli si misero a piangere. Erano tristi, il fratello maggiore disse: “Abbiamo cibo ed acqua, torniamo indietro dal nostro padre per salutarlo prima che il suo spirito voli via”. Il fratello minore si asciugò le lacrime e senza dire nulla corse all’interno della caverna. I due fratelli non riuscirono a fermarlo, non potevano che attendere e sperare che ritrovasse la strada per tornare indietro. Dopo appena un paio d’ore il fratello minore uscì dalla caverna camminando velocemente, con il fiore raro tra le mani. I tre fratelli gridarono, risero assieme fecero capriole, saltavano e ballavano, felici di aver trovato la cura per il padre, saggio e malato. Lungo la via del ritorno il fratello minore disse loro come era riuscito a trovare il fiore. “Quando sono entrato nella caverna ho avuto paura dell’oscurità, come il fratello maggiore, ma ho pensato a nostro padre e ho trovato il coraggio per andare avanti. Ho seguito i miei sensi, come il secondo fratello, ma ben presto ho perso l’orientamento. Ho sentito l’acqua gocciolare, l’odore del sangue delle prede, ho avvertito presenze attorno a me, sulla mia testa e mi sono spaventato. Ho capito che erano pipistrelli, ne ho avuto paura e volevo tornare indietro, ma sono inciampato e sono caduto. Gridando ho svegliato tutte le creature e mi son sentito circondato, volavano tutti attorno a me. Mi sentivo perso ed ero pronto a morire. Ho pianto, ho pregato per nostro padre e per voi fratelli. Quando ho accettato la mia mala sorte, una grande pace mi ha invaso, mi sono sentito parte della caverna e parte dei pipistrelli. I pipistrelli sanno dove cresce il fiore raro e in quel preciso momento, in cui sono morto e rinato, l’ho saputo anche io. Avevo la gioia nel cuore, conoscevo la caverna come conosco la nostra capanna. Ho preso il cuore e mi sono ricongiunto a voi”.


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